Facendo un breve passo indietro, Tagiuri e Litwin, nel 1968 (in Gould-Williams, 2007), parlano del CO come “della qualità, relativamente duratura, dell’ambiente interno di un’organizzazione che (a) è percepita dai suoi membri; (b) influenza i loro comportamenti; (c) può essere descritta come il risultato di un particolare set di caratteristiche dell’organizzazione.” Schneider e Hall (1972), con il termine CO, si riferiscono ad una “percezione globale che gli individui hanno nei confronti del loro ambiente organizzativo” mentre per Pritchard e Karasick (1973) si po’ parlare di “qualità relativamente duratura di un ambiente interno all'organizzazione, che la distingue da altre organizzazioni e che emerge dal comportamento e dalle politiche dei suoi membri, è percepito dagli stessi membri dell’organizzazione, serve all'analisi ed all'interpretazione della situazione, agisce come fonte di pressione nell'espletamento dell'attività”.
Si possono poi menzionare Joyce e Slocum, che nel 1979 hanno definito il CO come “descrizione collettiva dell'ambiente, misurata attraverso la media delle percezioni dei membri dell'organizzazione”. Si tratta di “aggregati di aspettative e credenze, organizzati attorno a questioni che riguardano i loro membri” per Poole e McPhee (1983), mentre per DuBrin (1984) il CO “è un'astrazione. La sua realtà dipende da come esso viene percepito dagli individui ed ha influenza sui comportamenti”.
Glick, nel 1985, sostiene che il CO è un “termine generico per riferirsi ad un’ampia classe di variabili, organizzative più che psicologiche, che descrivono il contesto organizzativo per l’azione individuale”. Spaltro, sempre nel 1985, sottolinea l’importanza del gruppo nella creazione del CO (“È il modo con cui il singolo individuo, sotto l'influenza del suo, o dei suoi, gruppi d'appartenenza, percepisce l'organizzazione”) mentre James e James (1989; Burke, Borucki & Hurley, 1992)work-climate in riferimento “alle valutazioni o gli appraisals cognitivi degli attributi dell'ambiente nei termini in cui queste acquisiscono significato e significatività per l'individuo”. utilizzano il termine
Andando verso definizioni sempre più recenti, incontriamo quella di Quaglino, Cortese e Ronco (1995; in Quaglino 1999), che parlano di “una valutazione delle qualità delle relazioni interne” e quella di Deninson (1996, Gould-Williams, 2007), secondo cui il CO “riguarda quegli aspetti dell’ambiente sociale che sono percepiti coscientemente dai membri dell’organizzazione”.
Una delle più esaustive ma, allo stesso tempo, sintetiche, è stata proposta da Marocci e Pozzi (Majer & Marocci, 2003), che lo definiscono come un “costrutto psicologico che si riferisce a percezioni molari sviluppate dalle persone nei riguardi del proprio ambiente di lavoro”.
Ancora, Burton, Lauridsen e Obel (2004; in Gould-Williams, 2007) definiscono l’OC come “l’atteggiamento collettivo dei lavoratori nei confronti della propria organizzazione” e Stone (2005; in Stone, Mooney-Cane, Larson, Pastor, Zwanziger & Dick, 2007), parlando di CO, fa riferimento alle “percezioni dei lavoratori riguardo le caratteristiche della loro organizzazione, quali, ad esempio, come vengono prese le decisioni, la leadership e le norme”.
D’Amato e Majer (2006) parlano del CO come de “l’insieme delle politiche, pratiche e procedure condivise e riconosciute all’interno delle organizzazioni lavorative”. Sempre i due autori italiani: “Si tratta di cognitive appraisal (valutazioni cognitive) delle priorità dell’azienda, che hanno il potere di orientare il comportamento dell’individuo, del gruppo e dell’organizzazione nel suo complesso”. Infine, Dawson, Gonzalez-Romà, Davis, West, (2008) affermano che il CO è “un fenomeno complesso, multilivello e multidimensionale, che deriva dalle percezioni dei lavoratori riguardo alle loro esperienze all’interno di un’organizzazione, stabile nel tempo e largamente condiviso all’interno di un’unità organizzativa”.
Come si può notare anche dagli esempi appena riportati, le definizioni cambiano nettamente in relazione agli aspetti su cui gli autori si focalizzano e all'approccio in cui si inquadrano i loro lavori.
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